PASSEGGIATA 6
Sulle pendici del Colle Celio
ITINERARIO
Porta Metronia – Ferratella (Lucus Martis) – Piazza della Navicella – Santa Maria in Domnica – Arco di Dolabella e Silano – Villa Celimontana – San Giovanni e Paolo – Clivus Scauris – Case Romane del Celio – San Gregorio al Celio – Oratori – Orto Botanico del Celio – Fonte di Mercurio – Viale delle Terme di Caracalla – Piazzale Numa Pompilio – Tombe degli Scipioni – Porta san Sebastiano – Viale delle Mura Latine – Porta Latina – Oratorio di San Giovanni in Oleo – Collegio Rosmini – San Giovanni a Porta Latina – Parco degli Scipioni.
Con questo itinerario amplieremo la visita al Colle Celio che abbiamo sfiorato in parte, con la passeggiata che ci ha portato San Giovanni a Santo Stefano Rotondo. Il suo nome in origine era “Querquetulanum” per la grande quantità di querce che ricoprivano la sua superficie, cambiò in Celio quando fu occupato e conquistato da Celio Vibenna, condottiero etrusco. L’occupazione del Colle però, durò poco poiché Celio Vibenna fu sconfitto in battaglia da Cneo Tarquinio che riconquistò il Colle. La guerra con gli Etruschi però continuò e risolutivo fu l'intervento di un altro grande condottiero etrusco che conosciamo con il nome di Mastarna che non solo riconquistò il Colle e liberò Celio Vibenna ma che secondo fonti comunque attendibili del tempo, divenne il quinto Re di Roma con il nome di Servio Tullio, inaugurando la stagione dei Re etruschi che governarono Roma per almeno tre generazioni.
Dopo questa breve ma doverosa premessa, Possiamo cominciare la nostra passeggiata, partendo da PORTA METRONIA.
In realtà, questa non nasce come porta delle Mura Aureliane essendo costituita solo da alcuni archi che sostenevano le Mura, diviene in seguito una “posterula” (porta di terzo ordine) che serviva per lo scarso traffico locale. Nei pressi di questa scorreva un piccolo torrente proveniente dai Colli Albani e che confluiva in un unico corso con un altro rigagnolo ricco di sali minerali proprio nei pressi e da cui probabilmente deriva il nome della zona FERRATELLA.
Proprio davanti alla porta inizia una salita che ci porterà in una caratteristica piazzetta. Siamo in Piazza della Navicella.
La prima cosa che notiamo è un'aiola con un monumento raffigurante una NAVE ROMANA da cui la piazza prende il nome.
Questo monumento, fu posto qui nel 1941 anche se scolpito nel cinquecento. Raffigura uno scafo romano in onore dei VELARI, ossia dei marinai della flotta romana di Capo Miseno, addetti alle vele e che qui avevano una caserma. Nei periodi di riposo o quando non impiegati in guerra, si occupavano dell'apertura e della chiusura degli enormi veli che facevano da copertura nel Colosseo.
Alle spalle di questo la chiesa di SANTA MARIA IN DOMENICA. Risale
IX secolo ed è divisa in tre navate.
Usciti dalla chiesa e guardandola nel suo complesso, vedremo subito alla nostra destra, incastonato nelle mura, l'Arco di Dolabella e Silano il cui nome deriva da quello dei Consoli che lo costruirono il 10 d.C.
Guardando a sinistra invece, si nota subito il monumentale PORTALE DI VILLA CELIMONTANA
Al suo interno la sede dell'ISTITUTO GEOGRAFICO ITALIANO
Percorrendo i suoi viali possiamo trovare qui pace e un luogo ove rifugiarsi dal caos cittadinointeressanti
inoltre, alcuni reperti appartenenti a epoche diverse e che qui hanno trovato dimora ad iniziare dall'OBELISCO
Che risale al tempo di Ramsete III e che fu trovato ad Eliopoli
.
Inoltre vi sono i resti della BASILICA HILARIANA
La CHIESA DI SAN TOMMASO IN FORMIS
Usciti dalla piccola PORTA POSTERIORE della Villa
Eccoci nella magnifica piazza antistante la BASILICA DI SAN GIOVANNI E PAOLO
Le prime notizie su questa chiesa, risalgono al 440. La chiesa originaria subì notevoli distruzioni durante il sacco di Roma nel 1527. Nel corso dei secoli ha subito restauri e trasformazioni. Importante il portale cosmatesco mentre gli interni sono stati completamente rifatti nel 1700.
Alla destra della chiesa c’è il CONVENTO CON IL CAMPANILE
Interessante notare che quest’ultimo, alto 45 metri, poggia su antichi resti romani ben distinguibili.
Le sorprese di questo complesso, non sono finite qui. Non appena imboccata la discesa che lo costeggia, il CLICUS SCAURIS
Troviamo l’ingresso delle antiche CASE ROMANE DEL CELIO
Gli interni sono semplicemente spettacolari. Le foto da mostrare sarebbero molte ma gli esempi servono solo per solleticare la vostra curiosità e un invito ad una visita.
Usciti, percorriamo per intero il Clivus Scauris, fino ad una piazza con giardini in cui è presente un BUSTO dedicato a Madre Teresa di Calcutta.
Davanti a noi l’imponente facciata di SAN GREGORIO AL CELIO voluta dalla famiglia Borghese nel XVII secolo.
Gli interni sono visitabili solo su richiesta mentre è visitabile il chiostro antistante
Molto importanti invece anche se poco conosciuti, gli ORATORI DI SANTA BARBARA, S. ANDREA E S. SILVIA che si trovano sulla sinistra dello scalone.
Qui inoltre ha sede la CASA DELLE SUORE DI MADRE TERESA
Entriamo quindi nel giardino del complesso e ci troviamo davanti ai tre oratori
L’oratorio centrale, quello di Santa Andrea, risale al XII secolo come quello di sinistra dedicato a Santa Barbara. Quello di S. Silvia, risale invece al XVII secolo.
Lasciato il complesso, percorriamo la strada che lo costeggia e arriviamo all’ingresso dell’ORTO BOTANICO DEL CELIO. Qui furono trovate importanti statue come quella di Ercole o quella di Venere che sono nei musei capitolini.
Siamo ormai alla base del colle trovandoci in un punto privilegiato di Roma perché siamo proprio al centro di tre colli. Il Celio, il Palatino alla nostra destra e l’Aventino al di là del Circo Massimo il quale, agli albori di Roma, era una zona paludosa. Siamo in Largo di Porta Capena e il primo edifico in cui ci imbattiamo, è la FONTE DI MERCURIO.
In antichità questa era una zona umida e malsana e numerose erano le sorgenti tanto che una strada che da qui si dirama è dedicata alle CAMENE, arcaiche ninfe delle fonti.
Continuiamo la nostra passeggiata percorrendo ora il lungo e larghissimo Viale delle Terme di Caracalla che a questa piccola strada è parallela. Lasciando la visita alle Terme ad una prossima passeggiata, dopo poche decine di metri troviamo alcuni resti delle antiche MURA SERVIANE
Esattamente proprio dal punto in cui partiva la Via Appia.
Alla fine del Viale, ombreggiato e piacevole da percorrere, ci troviamo in P.za Numa Pompilio. Da qui si biforcavano due antiche strade molto importanti: la Via Latina e la Via Appia. Oggi si chiamano via Di Porta Latina e Via di Porta San Sebastiano che tra poco conosceremo. Proprio ove c’è il bivio
Troviamo la CHIESA DI SAN CESAREO IN PALATIO
E poco oltre la CASINA DEL CARDINAL BESSARIONE
Né l’una né l’altra purtroppo liberamente visitabili se non dietro appuntamento. Continuiamo su Via di Porta San Sebastiano fino a che non ci imbattiamo nell’ingresso della TOMBA DEGLI SCIPIONI
Apparteneva ad una delle famiglie più ricche e famose di Roma e fu scavata direttamente nella roccia, nel 298 a.C. Nel II secolo fu ristrutturata da Scipione Emiliano e l’ingresso era diviso in tre nicchie che dovevano contenere le spoglie di Publio Cornelio Scipione Africano, Lucio Cornelio Scipione l’Asiatico e del Poeta Ennio.
All’interno varie gallerie si diramano per contenere colombari e tombe.
Questa, come detto, un tempo era la Via Appia e lungo il suo percorso, patrizi, nobili, consoli e ricchi mercanti, costruivano Ville e Sepolcri. Siamo ormai giunti nei pressi delle Mura Aureliane. Davanti ad esse si stacca imponente l’ARCO DI DRUSO che è quel che resta di un arco che sosteneva l’acquedotto antoniniano.
Dietro questo, l’imponente PORTA SAN SEBASTIANO
Da qui oggi inizia la Via Appia Antica. L’importanza di questa porta risiede anche dalla presenza del MUSEO DELLE MURA. Questo museo, poco conosciuto e purtroppo fuori dal grande circuito delle visite turistiche, è invece di importanza fondamentale per capire come vivevano ed operavano i soldati. In esso infatti c’è la possibilità di percorrere i camminamenti di guardia e salire su una delle due torri. E’ ancora visibile il meccanismo di chiusura della porta. Dalla torre visitabile, è possibile volgere lo sguardo sull’enorme Parco dell’Appia Antica e lo sguardo può spingersi fino ai Colli Albani.
Alcune foto possono rendere solo l’idea di quello che è possibile vedere e come sempre sono solo di stimolo alla vostra curiosità perché possiate andare a visitarlo di persona.
Usciti dalla porta, percorriamo verso sinistra le Mura Aureliane che in questo tratto sono particolarmente ben conservate e dove è possibile notare le innumerevoli TORRI che ogni trenta metri le intercalano.
Dopo un breve tratto arriviamo in vista di PORTA LATINA che ha la particolarità di essere l’unica ad aver conservato la copertura con i marmi originali
Entrati, ci troviamo davanti ad un’originale chiesa di forma ottagonale: SAN GIOVANNI IN OLEO.
Risale al XVI secolo. In questo luogo la tradizione vuole che San Giovanni Battista, ormai ottantenne, abbia subito la tortura dell’immersione nell’olio bollente. Dopo alcuni minuti fu estratto e non solo non era morto ma non aveva neanche ustioni in nessuna parte del corpo. Dopo il miracolo, per evitare la sollevazione da parte del popolo che lo seguiva, fu mandato in esilio in Grecia ove morì quasi centenario.
Proprio nei pressi della chiesa c’è l’ingresso al PARCO DEGLI SCIPIONI
Oltre alla bellezza del piccolo Parco è presente qui il COLOMBARIO DI POMPONIO HYLAS, visitabile solo per appuntamento.
Usciti dal Parco, percorse poche decine di metri passiamo davanti al COLLEGIO ROSMINI PER I PADRI MISSIONARI.
E subito dopo eccoci davanti alla splendida chiesa di SAN GIOVANNI A PORTA LATINA
Ha pianta basilicale a tre navate
Molto importante è però il pozzo esterno che risale al X secolo
Non ci resta che tornare sulla Via di Porta Latina e ripercorrerla fino a Piazzale Numa Pompilio, risalire per breve tratto a destra verso il Celio, per trovarci poco dopo a Porta Metronia, da dove eravamo partiti e ove concludiamo la nostra passeggiata.