UN COLLE POCO CONOSCIUTO

Alla scoperta del colle Aventino

ITINERARIO

Il periplo del colle alla sua base: la valle Murcia (Circo Massimo) – Porto di Ripa Grande - Via Marmorata - Piazzale Ostiense – Mura aureliane e Posterula Ardeatina – Terme di Caracalla – Viale Aventino – San Saba – Piazzale Romolo e Remo – Roseto Comunale – Santa Prisca – Casale Torlonia – Complesso di S. Anselmo – Sede Cavalieri di Malta – Complesso di santa Sabina – Il giardino degli aranci – Sant’Alessio e Bonifacio – Belvedere di Sant’Alessio – Clivo dei Savelli – Lungo Tevere

Il colle Aventino è uno dei sette colli su cui venne, secondo la leggenda, fondata Roma ed è quello situato più a sud. Le origini del suo nome si sono perse nella notte dei tempi e delle leggende. C'è chi lo fa discendere dalle locuzioni: “ab adventu hominum”, che era il nome di un Tempio dedicato a Diana. Chi invece da quella che recita: “ab avibus”, cioè il luogo scelto da Remo per l'avvistamento degli uccelli che avrebbero dovuto consentirgli di fondare la città. O più semplicemente dalle messi di “avena” che venivano coltivate nella valle sottostante. Il modo migliore per conoscerlo secondo me, è quello di seguirne il periplo per poi salire sulla sua sommità scoprendo pian piano il molto che ha da offrire e che purtroppo in pochi, se non i romani, conoscono a sufficienza. Molto speso neanche loro. Il colle è alto 43 metri ed è di forma vagamente trapezoidale. E' diviso in due alture, la prima è l'Aventino propriamente detto che si affaccia sul Tevere, l'altra è l'odierna collina di S. Saba situata alle sue spalle e divisa dalla prima dal Vicus Piscinae Publicae, nome che deriva dal luogo in cui questo conduceva, (l'odierno Viale Aventino) e che oggi è un diverso rione ma che noi tratteremo insieme, visto che entrambi appartengono allo stesso Colle.    Partiamo dunque alla sua scoperta e per farlo ho scelto uno dei luoghi simbolo della Roma classica, il Circo Massimo ma che, ai tempi della fondazione, altro non era altro che una valle paludosa, dedicata alla Dea Murcia, divinità cui erano dedicati i culti agricoli.

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Per continuare il periplo del Colle, ci spostiamo quindi verso il Tevere dove, affacciandoci da uno dei muraglioni che lo costeggiano, possiamo vedere, proprio alla sua base, ciò che resta dell'antico Porto di Ripa Grande. Fu proprio a causa di questo porto che il Colle, fin dall'antichità, fu popolato da mercanti e plebei che lì lavoravano e su cui si ritiravano in caso di forti diatribe con le classi dominanti. Famosissima quella del 123 a.C. guidata dal Tribuno della Plebe, Caio Gracco. Che appartiene al Rione di Testaccio e lo sbocco della Cloaca Massima, imponente opera di ingegneria idraulica che permise a Roma di avere, unica al mondo, delle fogne per collegare almeno i grandi complessi al fiume. E' proprio dal Lungo Tevere che possiamo ammirare la parte del Colle che su questo affaccia e che è la più ripida. Quasi un baluardo a difesa dello stesso Colle. Per ammirarlo dobbiamo per un attimo attraversare il Fiume così da poter ammirare la collina con i complessi di S. Alessio e della Sede dei Cavalieri di Malta. Alla base le arcate ove erano i magazzini di stoccaggio del porto di Ripa Grande.

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Poco più in là, a dividere il Colle dal Rione di Testaccio, troviamo via Marmorata che ci ricorda ancor oggi, che qui venivano probabilmente stoccate le grandi lastre e i grandi blocchi di marmo che servivano per rivestire e abbellire con lastre e statue la Roma imperiale.

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Con questa importante strada che costeggia la base del Colle, arriviamo in una delle più belle, importanti e storiche piazze di Roma: Piazzale Ostiense

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In questa piazza si fondono e sovrappongono secoli e secoli di storia. Sono infatti presenti la famosa Piramide Cestia che si affianca alla Porta San Paolo, antica porta delle Mura Aureliane, che ha visto vari rifacimenti durante i secoli e che oggi è sede di un museo che ripercorre la sua storia. Al suo interno si trovano infatti troviamo resti e iscrizioni che ci riportano indietro nei secoli, vi invito a visitare il suo interno che oltre ad essere molto interessante, vi permetterà una vista particolare sul piazzale antistante e sulla Piramide Cestia. Da questa piazza inoltre, ha inizio la Via Ostiense che fu importante via di comunicazione sin dai primordi, tra la città e il suo porto sul mare: Ostia antica. Luogo che ormai è nell’entroterra ma che sarà meta di una delle nostre prossime passeggiate.

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I romani sono molto affezionati a questa piazza perché qui ebbe inizio la resistenza dei romani, sia civili, sia militari, che qui accorsero costruendo barricate per opporsi all’occupazione nazifascista. Ogni anno, il 25 aprile, qui si svolge la commemorazione per la liberazione.

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Possiamo ora continuare il giro intorno al nostro Colle, proprio partendo dal Piazzale Ostiense. Costeggiamo quindi le Mura Aureliane che proprio da qui riprendono il loro cammino dopo la breve interruzione del Piazzale. Bisogna tener presente che da questo punto, ha inizio la seconda altura che forma il Colle, quella del Piccolo Aventino, oggi individuata con il Rione di S. Saba. Qui le mura continuano in leggera salita fino a giungere, dopo circa un chilometro, alla Posterula Ardeatina. Le Posterule, di cui le Mura Aureliane sono disseminate, erano delle piccole porte da cui partivano le strade meno importanti e che in caso di necessità potevano essere chiuse in fretta e con facilità. Una di queste è proprio la Posterula Ardeatina che metteva in comunicazione la città con il litorale a sud di Roma e che si apriva appunto su quello che allora era l'inizio della strada.

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Ancora poche centinaia di metri ed eccoci arrivati ad un angolo delle Mura ove troviamo un enorme bastione costruito da Antonio da Sangallo nel 1539, per contenere gli assalti di Francesco I°. Re di Francia.

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Siamo ormai in vista dell'odierna grande Porta Ardeatina, costruita nel 1959 in occasione dell'inaugurazione di Via Cristoforo Colombo che conduce all'odierno quartiere di Ostia.

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Passati sotto gli archi, rientriamo nel Rione di S. Saba e quindi alle pendici del Piccolo Aventino. E' qui che ci imbattiamo praticamente subito nella recinzione che protegge le grandiose Terme di Caracalla.

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Scendiamo quindi verso la Via delle Terme che era un tempo l'antica Via Appia, all'angolo della quale troviamo l'antica chiesa di Sisto Vecchio.

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Continuiamo la nostra passeggiata, sul Viale delle Terme fino ad arrivare alle mura di recinzione delle Terme in cui si notano degli archi murati, resti delle antiche botteghe che qui si aprivano numerose. Non dimentichiamo infatti, che questo era l’antico tracciato della Via Appia.

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Poco dopo eccoci all’ingresso delle Terme in cui una visita è d’obbligo

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Inserirò solo alcune foto perché come sempre possano servire da sprone ad una visita personale. Difficile infatti spiegare esattamente cosa si prova entrando in questo complesso che lascia letteralmente senza fiato. Pensare che erano pubbliche e in cui tutti i cittadini di Roma del tempo potevano accedervi senza limitazioni di censo.

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In esse, oltra ai tre ambienti termali propriamente detti: Calidarium, Tepidarium e Frigidarium, erano presenti piscine e palestre, oltre ad ambienti in cui ci si intratteneva a discutere o a giocare

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Il tutto era circondato da grandi spazi verdi che ancor oggi accolgono i visitatori

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Usciti dalle Terme, ci troviamo nelle vicinanze dello Stadio delle Terme, adibito all’atletica leggera

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Proseguendo lungo Via delle Terme possiamo vedere una delle due chiese presenti sul Piccolo Aventino: La chiesa di Santa Balbina, databile al IV secolo ma oggi in funzione solo per i matrimoni.

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Mentre all'angolo tra Via delle Terme e Viale Aventino, troviamo la sede della FAO.

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Sul Piccolo Aventino, oggi Rione San Saba, ci resta un’ultima ma importante visita, quella alla basilica che dà nome al Rione: San Saba appunto. Costruita probabilmente prima del VI secolo, fu l’unica chiesa con annesso convento rimasta attiva dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, in questa zona.

L’interno a pianta basilicale a tre navate, conserva resti di affreschi risalenti a vari secoli

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Ridiscendiamo quindi il breve tratto che ci separa dal Viale Aventino\texts\AventinoAttach/0aae574d-1fb9-449a-8870-ed443a408e16_Pictures_10000000000005800000038E6CD738C9156F5A1C.jpg

Bisogna dire che, nonostante tutta questa grande ed importante zona appartenesse al Septimontium, cioè ai mitici sette colli su cui venne fondata secondo la leggenda la città, non era inserita fino alla fine del sesto secolo, cioè fino all'imperatore Claudio, nel Pomerio (Pomerio deriva dalle parole Post-Merium) ossia: oltre le mura... In effetti il Pomerio consisteva nella zona compresa tra il solco di fondazione della città e il secondo solco tracciato per creare una zona di rispetto in cui non si poteva fare nulla, né costruire, coltivare seppellire etc. Durante i secoli, il Pomerio fu ampliato più volte senza mai però abbracciare tutta la città.)

Attraversato il Viale, ci troviamo davanti una leggera salita che ci porta a Piazza Mazzini, un tempo chiamata Piazza Romolo e Remo, certamente con un nome più attinente alla storia del luogo.

E' qui presente la grande statua dello statista risorgimentale che dà accesso al Colle Aventino propriamente detto.

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Alle spalle di questa, una strada comincia a salire verso la sommità del Colle, costeggiando il Roseto Comunale, fatto qui insediare nel 1959 e che dal 1645 al 1895 era stato invece sede del cimitero ebraico.

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Da qui si gode inoltre la splendida vista sul dirimpettaio Colle Palatino.

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Alle spalle del Roseto, troviamo un vicolo che ci porta al cospetto di una delle chiese più antiche di Roma e in cui la storia vuole siano stati ospitati sia S. Pietro che S. Paolo.Stiamo parlando di Santa Prisca, costruita su un

Mitreo ancor più antico

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Continuando sulla piccola via incontriamo un altro sito importantissimo: il Casale dei Torlonia, nobile famiglia romana che ha dato anche dei Papi e che qui aveva alcuni possedimenti. Questo Casale è costruito su antichissime Terme, le Terme Deciane. Costruite da Decio, imperatore romano nel 249. Queste Terme, a differenza di quelle di Caracalla, destinate a tutti, erano riservate solo ai patrizi.

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Poco oltre il bastione detto la Colonnella. Voluto da Papa Paolo III a difesa del Colle.

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Ed eccoci infine sulla sommità del Colle. Qui la prima cosa che ci viene incontro è il complesso di S. Anselmo. In realtà questo complesso non è affatto antico essendo stato costruito nell'800. Insieme alla foresteria annessa, forma la Badia di S. Anselmo.

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E' uscendo da qui e dal giardino che lo precede che ci troviamo esattamente sulla sommità del Colle, siamo infatti nella Piazza dei Cavalieri di Malta. Piazza che prende il nome dalla sede dei Cavalieri che è qui dal

1765

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Questa inquadratura originale si deve alla particolare posizione del buco della chiave che apre il portone della Sede. Attraverso questa infatti, è possibile vedere la Cupola di S. Pietro.

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Dopo pochi metri eccoci al cospetto di una delle basiliche presenti sul Colle Aventino, siamo al cospetto della Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio.

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Il cui ingresso è impreziosito da un arco che dà accesso ad un cortile antistante

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Anche questa basilica è, a dispetto dell'aspetto attuale dovuto a molti rifacimenti, è stata probabilmente fondata nel II o III secolo. Nel 1216 fu completamente ricostruita da Onorio e subì altri rifacimenti nel 1500 e nel 1600. Gli interni sono tipici della basilica a tre navate con abside terminale in cui è posto un transetto.

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Di particolare importanza sono la statua di San'Alessio sotto la Scala Santa che è proprietaria della Basilica

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Un'altra importante quanto strana presenza nella chiesa è un pozzo, profondo cinque metri che probabilmente arrivava ad una vena d'acqua.

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Questa chiesa ha su un suo fianco un giardino con belvedere, da cui si può innanzitutto vedere tutto il complesso

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Senza dimenticare di affacciarci dal suo belvedere che nulla ha da invidiare a quello più famoso di Santa Sabina che visiteremo tra poco. Anche da qui la vista sulla città è mozzafiato

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E' poco oltre però che troviamo dei veri e propri tesori di storia ed arte a partire dal complesso monumentale di santa Sabina che è una delle chiese più antiche di Roma, risalendo al V secolo.

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Costruita sul Tempio di Giunone di cui si conservano le colonne marmoree. Al suo interno troviamo una strana curiosità, in effetti si tratta di una pietra di Basalto, posta su una piccola colonna che troviamo sul fondo della chiesa. La leggenda narra che questa pietra sia quella che fu lanciata dal Demonio contro San Domenico. Irritato Dall’incrollabile fede del Santo. In realtà, come è ovvio, si tratta di una pietra usata come contrappeso dalle antiche bilance.

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La chiesa ha avuto nel corso dei secoli vari rifacimenti ed il campanile fu costruito nel decimo secolo. Nel 1287 Santa Sabina , fu addirittura sede di un conclave dopo la morte di Onorio IV. Proprio in quel periodo Roma fu colpita da una grande pestilenza. I Vescovi e Cardinali, presi da paura, fuggirono tutti dalla città ad esclusione del Cardinale Gerolamo Masci. Solo al termine dell'epidemia i coscritti rientrarono in Santa Sabina e per premiare lo stoicismo del Cardinale lo elessero Papa con il nome di Niccolò V. Santa Sabina è inoltre, la prima stazione quaresimale dove il Papa presiede la prima messa del mercoledì delle Ceneri al termine di una processione di penitenza che dal 1962 parte dalla vicina chiesa di Sant'Anselmo all'Aventino.

La chiesa è a pianta basilicale a tre navate piuttosto disadorna all’interno e si possono notare le sovrapposizioni di stili che hanno caratterizzato lo scorrere dei secoli.

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Ma le sorprese di questa basilica non finiscono qui, Usciti dal complesso ci si trova in un piccolo slargo in cui non si può fare a meno di notare un cancello che dà accesso ad uno dei giardini più famosi di Roma, il Giardino degli Aranci. In effetti questo giardino è stato costruito su quella che un tempo era una fortezza e più precisamente la fortezza di una delle più potenti famiglie di Roma: i Savelli che qui avevano posizionato uno dei loro avamposti a difesa della città e dei loro possedimenti. All’ingresso troviamo una fontana, detta del mascherone, che raffigura Oceano. E’ datata intorno al 1500.

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Quello che salta subito agli occhi infatti, oltre al numero di alberi di aranci che qui sono presenti, da cui il nome del giardino, è che ci si trova chiusi tra mura potenti che lasciano capire esattamente quale luogo potesse essere questo in passato.

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Il nostro sguardo è attratto, dapprima dalla vista della parte posteriore della Basilica di Santa Sabina

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Subito dopo dalla vista del belvedere ci attrae come una calamita

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e non delude le aspettative con una vista mozzafiato

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Torniamo sui nostri passi per ridiscendere dal Colle e lo faremo passando sul fianco esterno della fortezza dei Savelli,

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Fino ad arrivare ad un cancello che dà accesso ad una scalinata

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Di qui si percorre il clivo che ci porterà alla base del Colle e che ci regala delle splendi viste su Roma.

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Alla fine del quale terminiamo la nostra gita sull'Aventino tornando dalla parte opposta del Circo Massimo, sul lungo Tevere e alla base del Clivo dei Savelli, dando un ultimo sguardo ad uno dei sette colli di Roma.

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