PASSEGGIAMO NEL GRANDE PARCO DELL’APPIA ANTICA (prima parte)

Una lunga passeggiata lungo la “Regina Viarum”

ITINERARIO

Porta San Sebastiano – Colonna Miliaria – Sede Parco Appia Antica e antica cartiera latina – Sepolcro di Priscilla – Chiesa del quo vadis? – Catacombe di San Callisto – Circo di Massenzio – Tomba di Cecilia Metella.

Con questa passeggiata, iniziamo un percorso che ci porterà oltre le Mura Aureliane. Ci inoltreremo infatti nel Parco dell’Appia Antica e lo  percorreremo fino ai confini dell’attuale Comune di Roma. Ci immergeremo in una natura urbana che per quasi tutta la sua lunghezza ci farà credere di non essere ricompresi fra alcune delle zone più popolose e trafficate della città ma che anzi, in alcuni tratti, ci farà immaginare di essere ancora in quella campagna romana ripresa e dipinta da molti artisti attraverso i secoli. Prima di descrivere però quella che è certamente una tra le più importanti arterie dell'antica Roma e certamente una delle meglio conservate: la Via Appia, è utile farne prima una breve storia.  La Via Appia detiene innanzitutto parecchi record:E' stata la prima delle strade di Roma ad aver preso il nome non dal luogo dove arrivava ma dal suo costruttore, in questo caso dal censore Appio Claudio Cieco, che la progettò nel 312 a.C. per far giungere in fretta le legioni nei pressi della città in cui stavano avendo luogo i combattimenti della prima guerra punica: Capua. Successivamente fu prolungata, prima fino a Benevento e poi a Brindisi che, con il suo porto, apriva una direttrice rapida verso l'Oriente e la Grecia. Altro record consiste nell'essere stata la prima arteria ad essere pavimentata, anche se non da subito, con i "basoli", ampie lastre levigate provenienti da lave eruttate dal vicino e ormai spento vulcano Albano. Non mi soffermo sulla tecnica di costruzione, basti sapere che sotto i basoli vi sono stratificate varie gettate di ghiaia e sabbia fino ad un metro e mezzo di profondità. E' stata la prima strada in cui potevano passare due carri affiancati avendo la carreggiata larga 4,15 metri e ai suoi lati erano presenti due marciapiedi larghi oltre tre metri ognuno.

La Via Appia viene quasi unanimemente fatta iniziare dagli storici, da Porta Capena, nei pressi del Circo Massimo, noi però inizieremo il nostro percorso dalla Porta San Sebastiano che si apre nelle Mura Aureliane e che per comodità visiteremo in seguito, in un successivo itinerario.

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Partendo quindi dalla Porta, davanti a noi possiamo vedere quello che attualmente è l’inizio della Via Appia Antica odierna.

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Attraversata la strada, ci troviamo subito al cospetto di un primo reperto: una fontana, la fontana di San Sebastiano che fu certamente ricavata da un sarcofago ritrovato in loco e su cui troviamo un bassorilievo. Molto probabilmente la fontana era di augurio ai viandanti che si incamminavano per questa via che, dopo la caduta di Roma e per tutto il medioevo era tutt'altro che sicura.

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Pochi passi ancora e ci troviamo davanti alla copia della prima colonna miliaria della Via Appia. Il miglio romano era poco più di 1400 metri ed è quindi questa la distanza che ci separa da Porta Capena e dal Circo Massimo. La colonna originale si trova sulla loggia del Campidoglio, dalla parte destra guardando la scalinata.

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Di qui inizia il tratto extraurbano dell'antica Via Appia. Oggi è una zona quasi centrale della città ma che, grazie al Parco Regionale che intorno a lei è stato creato e che giunge fino a oltre i confini dell'attuale Comune di Roma, si sono riusciti a conservare non solo i reperti più importanti ma anche una enorme zona di verde che è sfuggita alla scriteriata speculazione edilizia degli anni '60 e '70 e di cui daremo conto più tardi.

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Un primo esempio lo troviamo purtroppo, dopo poco quando ci imbattiamo in questa strana costruzione. Gli storici sono concordi nel ritenere sia il Sepolcro di Geta, figlio di Settimio Severo, ucciso da Caracalla nel 212.

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Il sepolcro è oggi di proprietà privata e quindi non visitabile...è inoltre sormontato da una casa che non si capisce bene perchè sia lì.

Questo tratto è completamente privo di basolato ed è la parte conservata meglio dell'età medioevale e rinascimentale della strada. Lungo il suo percorso, infatti, si possono trovare vari casali che tradiscono la loro origine che va dal '400 al '600.

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Alle spalle di uno di questi, tra l'altro, ha sede il famoso Gruppo Storico Romano che ogni anno dà vita ad una splendida rappresentazione, che coinvolge tutta la città, sui costumi e i riti dell'antica Roma, in occasione del giorno della sua fondazione fissata per convenzione il 21 Aprile.

E' in uno di questi casali che troviamo testimonianza del passato stratificato attraverso i secoli della città. Oltre ad essere la Sede del Parco, questo casale è infatti la sede dell'antica cartiera latina e prima ancora della fabbrica di tessuti che risale ai primi dell'anno mille e che poi attraverso i secoli, ha avuto varie destinazioni d'uso.

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Il suo uso così intensivo e che ha attraversato un millennio, è dovuto allo scorrere nei suoi pressi del fiume Almone, piccolo affluente dell'Aniene che è a sua volta affluente del Tevere.

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All’interno, oltre a trovare spunto per qualche scatto di archeologia industriale,

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Vi è una incredibile ricostruzione della vita di un pastore di pecore che è sempre stato protagonista e ancora lo è, delle campagne romane

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Molto ci sarebbe da mostrare ancora ma usciamo da questo angolo che sembra vivere di vita propria e ci avviamo di nuovo sulla via Appia Antica.   Poco dopo ci imbattiamo in questa torre cilindrica, seminascosta da un casale medioevale. E' il sepolcro di Priscilla, moglie di un liberto, morta nel primo secolo. Lo sfarzo dà modo di comprendere quanto fosse enorme il salto alla condizione di liberto.

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Proprio al di là della strada, ecco di fronte a noi, una delle mete più importanti di questo primotratto della Via Appia Antica che ci siamo ripromessi di visitare, la piccola chiesa del "Quo Vadis? ". Leggenda vuole che questo sia il luogo dell'incontro tra Cristo e S. Pietro che fuggiva dalla città. Fu allora che il Santo si rivolse a Cristo e gli rivolse la famosa domanda: “Domine! Quo Vadis?” Alla quale il Signore rispose: torno a Roma a farmi crocifiggere di nuovo, indicando al Santo, la via del martirio.

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Al suo interno troviamo, tra le altre cose, una pietra con le impronte che leggenda vuole appartengano a Cristo.

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Davanti a noi troviamo un bivio, quello tra la via Appia a sinistra e la via Ardeatina a destra che ci condurrebbe, se percorsa, sul litorale a sud di Roma. A dividere le due strade, il cancello d’ingresso alle Catacombe di San Callisto

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Per percorrere questo tratto di strada io consiglio di entrare per la visita alle catacombe che, oltre ad essere interessantissime dal punto di vista storicoculturale, ci offrono una via “sicura” che ci permetterà di camminare senza dover far attenzione al traffico che su queste strade è piuttosto intenso, oltre al pericolo costante per la mancanza assoluta di marciapiedi.

Percorriamo il lungo viale che ci porterà in vista dei complessi catacombali

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Fino all’ingresso della Catacombe in cui però non si può fotografare. Ragione in più per una visita di persona che vi porterà in un mondo incredibile.

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Dal loro ingresso partono, contornata da ulivi e cipressi, le stazioni della Via Crucis

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Che si prolungheranno per qualche centinaio di metri fino alla casa generalizia dell’ordine dei salesiani che qui hanno una delle loro sedi principali

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Subito dopo i troviamo all’uscita della zona catacombale e torniamo sull’Appia Antica

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Proprio dove questa giunge nei pressi della Basilica di San Sebastiano

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L’interno è a pianta basilicale, diviso in tre navate

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In essa sono conservate molte reliquie ma certamente il suo più importante contenuto è la scultura del “Salvator Mundi” scolpita dell'ormai ultraottantenne Bernini nel 1679.

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Molto ci sarebbe da dire e mostrare, ma queste nostre passeggiate virtuali servono solo ad alimentare la vostra curiosità e farvi conoscere luoghi meno conosciuti della città. Per questo usciamo da questo complesso e poco oltre eccoci davanti all'ingresso di uno dei complessi privati più belli dell'antica Roma: la Villa e il Circo di Massenzio e il Mausoleo di Romolo.  L'ingresso è libero salvo un contributo volontario da poter lasciare all'ingresso senza nessun obbligo se non quello della propria generosità per ricambiare la maestosità di quello che vi accingete a vedere.

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Massenzio fece costruire l'intero complesso come sua residenza privata e lo arricchì con un circo per le corse dei cavalli.

La sua costruzione, attribuita a Gallieno, risale tra gli anni 306 – 312, periodo subito antecedente alla sua sconfitta definitiva da parte di Costantino.

Entriamo quindi nella grande area scendiamo per il dolce e breve clivo che ci conduce subito davanti alle prime costruzioni della residenza.

Ci vengono subito incontro i due torrioni che segnavano l'ingresso al Circo che poteva contenere fino a 10.000 spettatori

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Posti al centro del quale si può ammirare la notevole estensione e le gradinate ancora presenti in alcuni punti.

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In questi spazi fu ritrovato l'obelisco che ora è in P.za Navona.

In fondo al Circo si può ancora vedere l'ingresso che dava accesso alle gradinate provenendo dall'esterno

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Mentre su uno dei lati lungi è ancora presente la costruzione in cui trovava posto Massenzio per assistere alle corse e che è collegata alla retrostante Villa, purtroppo non visitabile.

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Dal lato opposto, un lungo muro in laterizio, costituisce uno dei lati del quadriportico che delimita il Mausoleo di Romolo. Dal nome del giovane Valerio Romolo, figlio dell’imperatore morto bambino.

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Al suo interno sono ben visibili i pilastri su cui doveva poggiare il portico

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Al centro è posta la costruzione di forma circolare, nata come tomba di famiglia e in cui poi venne inumato per primo, come detto, Valerio Romolo.

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Il monumento funerario, è costruito su due piani e nelle intenzioni doveva essere una sorta di piccolo Pantheon. Doveva diventare infatti, la tomba di famiglia. E’ costituito da un corpo centrale in cui sono ricavate le nicchie e circondato da un corridoio circolare.

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Usciti dal quadriportico, troviamo alla nostra sinistra l’entrata monumentale alla Villa, per ora chiusa al pubblico,

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Mentre alla nostra destra si intravede in distanza la sagoma inconfondibile della nostra prossima meta: il Mausoleo di Cecilia Metella

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Usciamo quindi dallo splendido complesso e dopo una breve salita eccoci ai piedi della tomba più famosa della via Appia Antica: Il mausoleo e l’annesso Castrum dedicato dal marito, figlio di Licinio Crasso, vincitore di Spartaco e triumviro con Cesare e Pompeo, alla moglie Cecilia Metella, della famiglia dei Metelli che, pur non essendo nobili, erano però ricchissimi e questo, in quei tempi come ancor oggi, è sufficiente per assurgere alle massime cariche dello Stato

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Il monumento risale alla seconda metà dell’ultimo secolo a.C. è di forma circolare e su due piani. Rivestita con lastre di travertino. La cella funeraria era al piano terreno. Sulla facciata anteriore l’epigrafe.

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Il castello (castrum) a questo annessa, risale invece all’inizio del XIV secolo ed è visitabile anche all’interno ove possiamo vedere una interessantissima raccolta di colonne e vasi provenienti dall’Appia.

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Fu di proprietà della famiglia Caetani e si trovava in un luogo strategico per l’entrata in città per il controllo dei commerci.

Davanti a questo complesso, troviamo lo scheletro della chiesa di san Nicola che faceva parte del sistema fortificato insieme al castrum. Unico esempio di gotico romano esistente.

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Possiamo terminare qui la prima passeggiata sull’Appia Antica, ripromettendoci di tornare per terminare il nostro percorso su questa strada unica al mondo per storia e fascino in una seconda passeggiata che faremo un altro giorno. Lasciamoci qui con questa immagine che è la prima in cui si vedono i basoli originali e che preannuciano la parte più esterna della strada e che ci porterà ai confini del comune di Roma, in piena campagna romana.

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Dopo aver fatto una breve sosta in questo punto di ristoro in cui è possibile anche affittare delle biciclette.

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